alla ricerca di un equilibrio indispensabile
Era il 1989 quando un gruppo di architetti promulgò il manifesto dell'architettura bioecologica.
In questo documento si spiegava come sarebbe stato impossibile e non salubre continuare lo sviluppo edilizio come allora era concepito.
L'utilizzo indiscriminato del suolo, la cementificazione, l'urbanesimo selvaggio e l'inquinamento da esso generato che creava condizioni innaturali e non ideali alla vita non sarebbe potuto durare in eterno.
Era necessario ripensare al sistema costruttivo, alle tipologie, ai materiali utilizzati, era necessario quindi un profondo ripensamento del concetto stesso di edilizia.
Ci si proponeva quindi di non consumare più risorse naturali in modo indiscriminato, di usare materiali biocompatibili e di costruire e ristrutturare l'esistente con l'obbiettivo di creare un equilibrio tra l'ambiente naturale e le attività umane.
Da allora cosa è cambiato? il business dell' Eco green..
Si potrebbe dire molto, una maggiore sensibilità in primis, alle istanze ambientali e una ricerca di soluzioni per il risparmio energetico e per abbattere l'inquinamento.
Tutto però è rientrato comunque nel concetto di profitto. La realtà e che sono state create leggi e incentivi economici per "vendere" quelle che vengono proposte come soluzioni a problemi ambientali.
Concretamente tutto questo è stata una scusa per proporre e vendere tecnologie e prodotti che ad un' attenta analisi non sono cosi ecocompatibili.
Per fare un esempio, ogni abitazione è stata costretta (in caso di vendita o affitto) a corredarsi di un certificato energetico, ennesimo balzello burocratico che non migliora la condizione ambientale ma alleggerisce il portafogli.